domenica 21 settembre 2014

Vienna EASD 2014: impressioni di settembre (seconda puntata)

Terminavo il mio ultimo post con "via di corsa al Media Briefing"...
Arrivati all'Hilton, situato proprio sulla riva del bel Danubio blu, io e Roberto abbiamo subito incontrato gli altri rappresentanti delle communities europee, altri giornalisti.
Ho rivisto con piacere Patricia Rubio Santos e Hein Oude Hesselink  che avevo conosciuto l'anno scorso a Barcellona, che mi hanno aggiornato sullo stato delle cose in Spagna (non proprio confortante) e sull'utilizzo del Libre (che Heine sta testando anche facendo triathlon).
Dopo aver velocemente mangiato qualcosa, alle 13.30 precise, il briefing è iniziato.
Conduce Stephen Dixon, giornalista di Sky News UK, diabetico dall'età di 7 anni.
Inizia spiegandoci cose che tutti noi, ahimè, già sappiamo: che nel mondo ci sono oltre 370 milioni di persone con diabete (equivalente all'8.3% della popolazione mondiale), che i numeri sono in aumento. Solo in Europa, 55 milioni di persone hanno il diabete.
Ogni anno, circa 4.4 milioni di diabetici muoiono per cause correlate alla malattia, si stima che il 50% di queste persone abbiano meno di 60 anni (solo in Europa sono circa 600 mila le morti relative al diabete).
Il diabete riguarda l'11% di tutte le morti tra gli adulti europei tra i 20 e i 79 anni e costa ai sistemi sanitari oltre 100 miliardi di dollari l'anno.
L'obiettivo primario del controllo glicemico è ovviamente ridurre le complicanze (cecità, neuropatia, nefropatia, amputazioni, malattie cardiovascolari), ma non si possono dare dei target "generici" per tutti, non ha senso dire "l'emoglobina glicosilata deve essere 6.5": le linee guida internazionali raccomandano che i target glicemici siano personalizzati (un concetto che verrà ripreso il giorno successivo alla conferenza stampa congiunta di Diabete Italia, SID e AMD).
Per stabilire quali siano i target glicemici individiali si deve tener conto dell'età, delle altre eventuali patologie, della durata del diabete, dei rischi dell'ipoglicemia e dell'iperglicemia, della dieta, dell'attività fisica, ecc..
Monitorare la glicemia quindi è importantissimo per controllare i valori che sappiamo possono variare di ora in ora, anche rapidamente.
L'emoglobina glicosilata pur essendo importantissima perchè ci da la media delle glicemie degli ultimi 2-3 mesi non descrive precisamente la variabilità glicemica quotidiana, nè gli eventi ipoglicemici. Per essere certi dell'andamento reale le persone con diabete devono quindi affidarsi all'autocontrollo mediante l'uso del glucometro (SMBG) e del sensore (CGM).
Quando il primo glucometro fu messo a disposizione dei pazienti diabetici fu indubbiamente una rivoluzione!

Questo credo sia stato uno dei primi, se non il primo: fino a quel momento (questo glucometro è del 1982) le persone con diabete usavano striscette che venivano immerse nell'urina e che, a seconda del colore, davano un'idea di massima di quanto fosse il valore della glicemia.
Attualmente la maggioranza delle persone con diabete testa la glicemia da 6 a 8 volte al giorno (dati ADA).
Il monitoraggio continuo della glicemia (CGM) fu introdotto nel 1999 per misurare i livelli di glucosio nei fluidi interstiziali. Il sistema è composto da un sensore, un trasmettitore ed un monitor. Il sensore si applica appena sotto la pelle (normalmente dell'addome o del braccio).
Le letture sono trasmesse dal sensore al monitor che è indossato dal paziente, il monitor mostra i livelli del glucosio e emette allarmi quando si va in ipo o in iper.
E' evidente come un numero maggiore di misurazioni al giorno (SMBG) sia associato ad un migliore controllo glicemico e ad un valore più basso di emoglobina glicosilata.
E' altrettanto evidente che l'uso del CGM permetta di identificare l'andamento dei livelli glicemici, scoprire più agevolmente le ipo e le iper, offrire informazioni precise per prendere le giuste decisioni terapeutiche. Molti pazienti riescono a ridurre l'emoglobina glicosilata, senza incorrere in troppe ipo. Ed indubbiamente si ha un miglioramento della qualità della vita in quanto si riducono le preoccupazioni relative al diabete e al suo controllo.
Però va detto che alcuni CGM possono dare valori inaccurati fino al 21% delle volte, specialmente durante gli episodi di ipoglicemia e rapidi cambiamenti nelle glicemie ((Hermanides J, Phillip M, DeVries JH. Current application of continuos glucose monitoring in the treatment of diabetes: pros and cons, Diabetes Care. 2011;34 (Suppl 2): S 197-201.)
Il CGM è usato quasi esclusivamente dai tipo 1, che devono portare il monitor a vista e questo non è accettato da tutti per motivi di discrezione, privacy. Molti lamentano il "fastidio" che provano per il suono degli allarmi, che possono attivarsi in qualsiasi momento. Comunque si stima che solo il 4% dei tipo 1 lo utilizzi, anche a causa del costo e della necessità di essere calibrato.
Passa poi a raccontarci della "sua esperienza" con il FreeStyle Libre, spiegandoci di come la sua intensa vita lavorativa sia stata facilitata da quando lo usa, e di come (testuali parole!) "i suoi polpastrelli ringrazino per non essere stati più bucati in 14 giorni".
Dixon spiega di come attraverso lo studio dell'AGP con il suo diabetologo sia riuscito a migliorare il suo profilo glicemico.
Arrivano poi le spiegazioni scientifiche del dr Rayman sui benefici dell'APG e sulla sua utilità (il 60% dei pazienti diabetici non raggiungono i livelli glicemici consigliati), su chi sia il paziente "tipo" per usarlo: tipo 1 o tipo 2 in terapia insulinica, ma idealmente tutti i diabetici che abbiano bisogno di testare spesso la propria glicemia, coloro che vanno spresso in ipo, ma anche chi abbia picchi post prandiali (tipicamente i tipo 2).

La parola passa poi a Jared Watkin, vice presidente della divisione delle Operazioni Tecniche di Abbott, dove guida la ricerca e sviluppo e la ricerca clinica. 
Pragmatico, chiaro, sorridente ci dice che per il momento verrà distribuito solo in Europa (in anteprima in Svezia e Olanda il 27 settembre). L'anno prossimo in Australia e in Canada.
Mentre in molti paesi la certificazione CE velocizza l'autorizzazione perchè viene ritenuta sufficiente, altri paesi come USA e Cina richiedono il rispetto di una propria procedura.
Secondo Jared l'utilizzo del Libre porterà ad un cambiamento della terapia in quanto l'AGP aiuterà sì i medici, ma anche i pazienti perchè "vedere" il proprio profilo glicemico come se fosse una fotografia li motiva e chiarisce i punti critici.





Jared spiega, ricalcando un'affermazione già fatta dal dr Genovese al mattino durante il simposio che "avendo un disegno, un' immagine, non c'è bisogno di spiegare", o comunque sarò tutto più semplice.
Semplicità e praticità sono senz'altro tipiche di questo strumento. Un esempio? Non sarà più necessario doversi lavare le mani prima di provarsi la glicemia (quanti valori falsi si leggono per le mani sporche?).
Basterà passare il lettore sul sensorino per conoscere il valore della propria glicemia in tram, in coda alla posta, allo stadio, in palestra, su un banco di scuola o su una cattedra, in spiaggia... senza estrarre pungidito, disinfettare, bucare, riporre la striscetta.
Circa l'indicazione pediatrica ci dice che è per Abbott una priorità, ma che per legge non è stato possibile procedere a studi sui minori, prima che il Libre avesse ottenuto l'autorizzazione all'uso da parte degli adulti.
La presentazione continua, Dixon ci mostra un vecchio filmato della BBC in cui viene presentato un vecchio glucometro di Abbott: è chiaro quanto la tecnologia sia andata avanti, quanto grazie agli studi fatti in questo settore la qualità di vita dei pazienti sia migliorata, quanto questi nuovi apparecchi possano contribuire ad una migliore gestione del diabete.



Stephen Dixon e Hein Oude Hesselink entrambi con il Libre al braccio


Viene poi aperta la discussione e la platea composta di giornalisti e bloggers può porre domande.
Alla domanda "cosa succederà tra 5 anni?" la risposta è stata "il Libre e i putch pumps sono il futuro, essi consentiranno un miglior controllo e una migliore condizione di vita, anche per i tipo 2.
A questo punto qualcuno chiede a Dixon di mostrare il suo sensore: lui acconsente togliendosi la giacca e tirando su la manica della camicia e mostrando il "bottoncino" che da 14 giorni gli permette di evitare di pungersi il dito e di avere un quadro più preciso, più chiaro del suo profilo glicemico





Al termine della discussione chiedo di poter parlare con Jared Watkin e lui, gentilmente, mi fa accomodare: gentile, disponibile, cordiale, pragmatico, mi mette a mio agio.
Nei giorni precedenti all'EASD molte sono state le voci sul web, ma visto che ho la possibilità di chiedere a lui che ha sviluppato il Libre, visto che io non mi fido dei "si dice", e soprattutto se devo informare chi poi deve utilizzare questa tecnologia, preferisco che la fonte sia affidabile, certa. 
Chi più di lui? 
Chiedo perchè il Libre vada messo sul braccio.
Mi risponde che non ci sono motivi particolari, semplicemente per ottenere l'approvazione in tempi più rapidi sono stati fatti studi solo sul braccio: ora verranno continuati posizionando il sensore anche in altri siti.
Faccio una domanda "pratica": quanto costerà? Dove sarà venduto? Come?
Il lettore avrà un costo di 59.90 euro, così come 59.90 euro costerà ogni sensore della durata di 14 giorni.
E' previsto uno starter kit contenente 1 lettore e 2 sensori ad un prezzo promozionale (159 euro), ma non sa dirmi se comprensivo di tasse (dipenderà dai singoli stati). 
Il Libre sarà venduto direttamente dal sito Abbott senza particolari formalità: chiunque abbia una carta di credito potrà acquistarlo.
Saranno previsti degli sconti in caso di acquisto di più sensori.
E' previsto che i medici vengano formati e informati sull'utilizzo di questo nuovo apparecchio.
Chiedo in che classe di prodotto sia stato registrato e mi risponde che non è nè un SBGM nè un CGM, bensì "una via di mezzo": i prodotti non si registrano per categorie.
Alla mia domanda su cosa succeda qualora il sensore non venga posizionato bene, Jared risponde che "il lettore non funziona", quindi ci si accorge subito.
Chiedo cosa fare in caso di indagini mediche: in caso di Risonanza Magnetica va tolto, mentre pare non interferire con i Raggi X.
Chiedo cosa succeda in aeroporto: Jared dice che ha volato 25 volte con il sensore. Lo scanner non lo ha rilevato, solo una volta, durante la perquisizione personale è stato "visto".
I sensori saranno provvisti di garanzia: quindi in caso di malfunzionamento verranno rimborsati.

E poi ancora tante tante domande... tante risposte, ma soprattutto la certezza che il futuro è oggi e che dal 1° ottobre la qualità di vita delle persone con diabete potrà essere migliorata.
E no, non è la cura, e sì, l'insulina resta ancora l'unica terapia, ma per chi ha usato le siringhe da bollire, o anche quelle di plastica nella bustina azzurra trasparente, per chi provava la glicemia solo in laboratorio, per tutti quelli che a causa di queste difficoltà, della mancanza di strumenti hanno patito conseguenze anche gravi, io voglio augurarmi che questo apparecchio, così come tutte le novità che ci vengono offerte dalla ricerca tecnologica, ci consentano di aspettare con più tranquillità quel giorno in cui il diabete verrà definitivamente curato.



Con Jared Watkin e Roberto Lambertini


DISCLAIMER
Il Simposio cui ho assistito era sponsorizzato da Abbott. Non ho ricevuto alcun compenso per assistere al simposio, nè per scriverne. Non ho ricevuto alcun prodotto da Abbott. Questo post racchiude solo le mie impressioni derivate da ciò che ho visto e sentito al simposio.




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